Meglio leggere 5 volte lo stesso libro o leggere 5 libri diversi?
E' incredibile come un libro riletto a distanza di un anno sembri completamente diverso. Alcuni libri alla seconda lettura ci guadagnano molto; ci mostrano cose nuove, ci svelano nuovi significati. Altri, invece, ci danno addirittura la sensazione di aver sprecato del tempo. Il libro, infatti, "vive" solo fino a quando è capace di catturarci e commuoverci con qualcosa di nuovo e di diverso. Spesso il libro, superficiale e povero, esaurisce la sua "vitalità" già alla prima lettura; il libro, invece, che ha la capacità di lasciarsi leggere per più volte, è sicuramente in grado di lasciare tracce nel lettore. L'autentico piacere di leggere un libro sta proprio nel suo potere di catturaci ad ogni lettura con emozioni nuove e diverse e di sollecitare il nostro interesse.
Indo-Europei... tutti semiti?
Diecimila anni fa gli uomini avevano praticamente occupato tutta la Terra, ma con una densità assai bassa ed una popolazione che non superava i sei milioni di unità. Per l'evoluzione della specie umana, tre sono stati i fattori determinanti: il pensiero organizzato, la parola, la scrittura. Spostiamoci nel diecimila a.C. e cioè al periodo dell'ultima sglaciazione, corrispondente al Neolitico o all'Età del Bronzo. Il percorso dell'evoluzione, però, fu disuguale a causa della posizione o del mancato contatto tra popolazioni. Così, ad esempio, mentre nelle zone di mare (civiltà minoica) o di fiume (civiltà egizia o mesopotamica) è già l'età dei metalli, nelle zone interne (Europa, Italia compresa), si vive ancora nelle capanne o addirittura nelle caverne, con un dislivello di 2000 o anche 3000 anni. Chi erano queste popolazioni? Quali sono le origini dell'attuale Europa e del bacino mediterraneo? Sappiamo che seimila anni fa la popolazione indigena d'Europa era costituita da contadini e pastori pacifici ed operosi che non conosceevano l'arte della guerra, lavoravano il rame e vivevano in una società matriarcale in cui i compiti erano divisi fra maschi e femmine. Successivamente, però, ad ondate migratorie quasi regolari ed attraverso una violenta colonizzazione, popoli di pastori-gerrieri calati dall'Est raggiunsero lAsia centrale e meridionale e infine l'Europa e la sconvolsero totalmente. Secondo la teoria più accreditata si trattava dei Kurgan, popolazione della regione di Urheimat, nelle pianure della Russia meridionale, la quale deve questo nome al termine russo con cui si indica un tumulo funerario utilizzato dai popoli neolitici delle steppe. Al contrario dei pacifici e sedentari indigeni della "vecchia Europa", i Kurgan erano popoli nomadi-guerrieri, violenti e spietati conquistatori. Dediti alla guerra ed alla conquista, sottomisero le popolazioni indigene alle loro regole severe e patriarcali con le loro conoscenze circa la lavorazione dei metalli, la strategia di guerra, la dotazione di armi come l'ascia da combattimento, ma soprattutto con l'addomesticamento del cavallo. Erano gli Indo-europei, il cui nome abbiamo appreso dai libri scolastici. Da essi, si teorizza, discendano tutte le popolazioni dell'Europa attuale e dell'Asia, fino all'India. Calarono, come si è detto, ad ondate successive: - prima ondata: 4000 - 3500 si spinsero fino ai Balcani e, lungo il Danubio, raggiunsero l'Ungheria settentrionale. - seconda ondata: 3500 - 3000 proseguirono verso Ovest e sud Europa. - terza ondata: 3000 - 2500 : raggiunsero Romania, Bulgaria e Ungeria meridionale. I Kurgan si mescolarono alle popolazioni indigene imponendo il loro sistema di vita d'impronta patrarcale con regole dure e severe, con Diviità maschili ed intrasigenti e con un'organizzazione sociale gerarchica che vedeva a capo un Re. Anche le lingue si mescolarono e da tale mescolanza derivano quelle che conosciamo: italiche, celtiche, germaniche, greco, armeno, indo-iranico, sanscrito, ecc. Una vera babele di lingue! I Kurgan, nel corso delle loro incursioni, non si limitarono a transitare attraverso i territori, ma si stanziarono nei Balcani per secoli. Alcune tribù si spinsero fin nella penisola ellenica ed altre fino in quella anatolica. La fusione di quei gruppi con popolzioni indigene dette origine alla civiltà achea e ad una lingua greca primitiva e comune. Un altro gruppo si fermò in Macedonia, conservando la propria lingua, ma con intromissioni elleniche. Nella seconda metà del secondo millennio d.C., altri gruppi ancora giunsero fino alla Dalmazia; secondo alcuni studiosi erano gli Illiri, fondatori di alcune colonie in Puglia e Calabria. A questo punto, forse, si rende necessaria una nota riguardo la fondamentale suddivisione delle lingue indo-europee in due gruppi: centum e satem. Le prime, con la "c" e la "g" di cane e gallo Le seconde con la "c" e "g" di cesto e ginestra. Ulteriori mescolanze avvennero con le conquiste romane prima e slave, poi. Oltre alle lingue, si mescolarono, naturalmente, anche i geni che dettero origine a quelle che, assai abusivamente, sono state definite "razze", quando invece, in realtà, l'uomo costituisce solo una "specie". Per la cronaca, in Italia i "giochi" si sono fatti tutti nell'età del bronzo, essendo la densità della popolazione così bassa da permettere ai conquistatori la possibilità di produrre grandi cambiamenti. "Ex Oriente lux!"(dall'Oriente la Luce), recitavano, in tempi recenti, Ricercatori e Studiosi di genetica. Alcuni di questi, però, spingendosi così oltre nella ricerca dei geni dei nostri avi, finirono per gettare le basi dell'"arianesimo", causa del feroce e devastante razzismo ed antisemitismo che conosciamo. Come è nato l'equivoco? Alcuni studiosi erano così soggiogati ed affascinati dalla scrittura sanscrita e dalla raccolta dei "Riy Veda", Testi Sacri induisti, in cui si parla di un popolo guerriero chiamato "aryos", ossia "signore" o "nobile", da ipotizzare che gli Indo-europei fossero i "Signori" delle altre popolazioni. Da ricerche e studi ulteriori si scoprì, invece, che la lingua sanscrita non solo non era affatto antecedente a quella indo-europea, ma che, al contrario, derivasse proprio da questa. Si scoprì anche che lingue semite, come l'ugaritico, abbiano parole prestate all'indo-europeo e che, dunque, il termine "ariano", derivazione di "aryos", è, in realtà, un termine di origine semita, Davvero un grossolano equivoco. Grossolano e devastante, come ben sappiamo, per le tragiche conseguenze che si trascinò con il Nazismo e il Fascismo. Siamo tutti semiti, dunque? Pare di sì! Fino alla prossima contestazione.
Da dove deriva il successo di politici così mediocri?
Dal suo tipo di elettorato, naturalmente e l'elettorato è composto di uomini e l'uomo ha bisogno, disperato bisogno, di specchiarsi nella grandezza, nel valore o nel successo di "qualcuno". Questo gli impedisce di guardarsi dentro e scoprirsi mediocre e soprattutto impotente nei confronti della grandezza di quel "qualcuno": scoprirlo lo renderebbe depresso e anche un po' arrabbiato... rabbia e depressione che, qualche volta, riescono a spingerlo verso la ribellione. Più spesso, però, è appagato, contento e cieco.... impantanato com'é nella propria mediocrità. Ieri quel "qualcuno" era il Re o il Nobile Signore, oggi, in tempi di democrazia, spenti il fascino per la gloria del Re, ecco sorgere il fascino per la vittoria elettorale del Politico... la mediocrità della massa, però, persiste. La massa, oggi, è costituita da soggetti poveri (non necessariamente economicamente), insoddisfatti, paranoici ed indifferenti ai valori di ideali e virtù; sempre più spinti, invece, verso l'omologazione e la globalizzazione. In una parola, verso la mediocrità! E chi, l'uomo mediocre sceglie per rappresentarlo? Un uomo politico inevitabilmente mediocre come lui!
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